Curare la persona, non più solo il muscolo, l’organo o l’articolazione; dedicarsi all’ascolto del corpo e impostare un trattamento su misura che sappia accoglierne i limiti ed esaltarne le potenzialità. Questi i presupposti della Manipolazione Fasciale, innovativa tecnica riabilitativa ideata da Luigi Stecco.
Cosa significa Manipolazione Fasciale?
Manipolazione Fasciale significa spostare lo sguardo terapeutico dal trattamento della conseguenza a quello della causa; a differenza della medicina tradizionale che esalta il controllo ormonale, chimico e neurologico degli organi interni, il nostro approccio riconosce l’importanza dell’equilibrio fisiologico dell’organismo e si concentra sui motori primi dell’articolazione, risalendo le cause del dolore per riportare l’organismo al suo equilibrio fisiologico. Con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita del paziente, usiamo uno sguardo aperto e un approccio multimodale valorizzando l’ascolto attivo del paziente e dei segnali inviati dal suo corpo. Spesso è sufficiente una sola seduta mirata per risolvere un dolore che si trascina da anni.
Qual è la novità?
Punto di forza e di discontinuità con gli approcci terapeutici classici è l’attenzione al motore dell’azione, il riconoscimento della fascia come direttore d’orchestra del movimento. La fascia è, infatti, la membrana in grado di coordinare tutte le variabili in gioco nell’atto motorio; tuttavia per molto tempo, questo suo ruolo è passato inosservato: l’unico motore dell’azione muscolare era considerato il sistema nervoso, valutazione che generava nella pratica clinica un’attenzione quasi esclusiva alle conseguenze, al dolore inteso come malattia, da aggirare attraverso l’uso di farmaci analgesici. La Manipolazione Fasciale, al contrario, accoglie il dolore e lo sfrutta per comprendere come agire sulla causa della disfunzione e indaga le associazioni tra diverse patologie del paziente, impostando un trattamento globale personalizzato che supera il dualismo apparato locomotore-organi interni e tende a riportare l’intero organismo al suo equilibrio fisiologico.
Perché promuovere un approccio non farmacologico?
Il dolore è un segnale importante e un vantaggio dal punto di vista terapeutico: attraverso il dolore l’organismo ci segnala i limiti del nostro corpo permettendoci di preservarne l’integrità. Coprendo con gli analgesici il grido d’aiuto che ci manda il nostro corpo, l’atto motorio dannoso torna possibile e il conflitto articolare rischia di evolvere in una lesione. Il Fasciaterapeuta usa il dolore come uno strumento diagnostico e una volta compresa la sua natura agisce sulla fascia con l’obiettivo di prevenire la lesione e normalizzare la funzionalità muscolare, eliminando il sintomo doloroso ed evitando che questo si ripresenti.
Com’è impostato il trattamento?
L’approccio terapeutico di Manipolazione Fasciale riconosce la presenza di particolari punti capaci di provocare, alleviare e risolvere, se trattati, i sintomi dolorosi; definiti come Centri di Coordinazione, questi punti sono il cuore del trattamento fasciaterapico in quanto sede primaria della tensione che genera il sintomo doloroso.
Le sedute hanno generalmente una cadenza settimanale e si svolgono secondo i seguenti passaggi:
– Raccolta dati – ascolto attivo del paziente, della sua storia clinica e delle patologie tutt’ora in atto; andamento del sintomo doloroso durante il trattamento ed evoluzione della sintomatologia da una seduta all’altra
– Ipotesi di piano di lavoro – partendo da obiettivi chiari il fasciaterapeuta decide il percorso da seguire e i punti su cui concentrarsi; ne parla con il paziente al fine di instaurare una collaborazione utile alla risoluzione della tensione
– Verifica motoria – test clinici ortopedici intesi a individuare gli eventuali deficit muscolari
– Verifica palpatoria – volta a individuare e circoscrivere rugosità, aderenze o dolenze
– Trattamento
In una situazione di ipersensibilità, la manipolazione sarà inizialmente dolorosa per poi risultare meno pungente nel corso del trattamento e alleviante alla fine.
Subito dopo la seduta il dolore diminuisce notevolmente e risultano invece maggiori l’escursione articolare e la forza muscolare. Dopo alcuni minuti comincia la fase reattiva infiammatoria che permette alla fascia e alle fibre collagene il corretto rimodellamento; questa fase, necessaria al raggiungimento dell’equilibrio fisiologico precedente all’infiammazione, può durare fino a 48 ore.
Il numero di sedute necessarie dipende dal tipo di disturbo.
Su cosa può agire la Manipolazione Fasciale?
Disturbi molto diversi possono trovare soluzione nella Manipolazione Fasciale: oltre a occuparci di disfunzioni dell’apparato locomotore (come cefalee, dolori intercostali, lombosciatalgie, gonalgie, neuroma di Morton, tunnel carpale, tendiniti e distorsioni), risolvibili spesso con un approccio di superficie, ci concentriamo anche sulle disfunzioni degli organi interni, ricercando cause e soluzioni per numerosi disturbi che solitamente non vengono associati alla terapia manipolativa. Trattiamo la sensazione del nodo in gola, la difficoltà a deglutire, il senso di oppressione toracica, la tachicardia, l’asma da sforzo, le gastriti e le esofagiti, la stitichezza, il gonfiore addominale, la cistite, il vaginismo e la dismenorrea, i disturbi circolatori, gli edemi, le dermatiti e molti altri ancora; per un approfondimento e per rimanere sempre aggiornati vi consigliamo di leggere il nostro blog.